Qualche sapiente lo crede; io con voi, gentili Donne, mi sto pago ad ammirare l'inesauribile portento delle madrepore fiorite, delle coralline appena deste dal loro sonno di pietra, degli anemoni rosati ed azzurri, delle astree, degli anellidi, delle meduse dalle mobili e sensitive capigliature, problemi senza fine viventi nelle praterie immense e nelle immense foreste del mare, al paragone delle quali, per dirla col Darwin, queste nostre della terra sono miserabilmente vuote e deserte.
A un tanto mondo di meraviglie l'antichità greco-romana ha contessuto (forse per consolarsi del conoscerne così poco, da esserle parso poco meglio che favoloso tutto quanto eccedesse le bocche del Mediterraneo), ha contessuto, dico, un altro mondo di geniali fantasie: Oceanine, Nereidi, Sirene, Tritoni, ippocampi, la divina Afrodite che esce, miracolo di bellezza, dalle candide spume, Proteo e l'indocile suo gregge, Nettuno, moderator supremo dei flutti, che, in meno che non si dica, varca lo spazio, trascorrendo co' suoi tre gran passi omerici dalla tracia Samo infino ad Ege,
Ove d'auro corruschi in fondo al mareSorgono eccelsi i suoi palagi eterni...
Non fosse la proscrizione che oggi sembra colpire tutto quanto è classico alla pari con tutto quanto è romantico, per non lasciar vivere che i fotografi, io vi prometterei la più seducente delle letture nel canto I° delle Metamorfosi, fatto italiano dalle maravigliose ottave dell'Anguillara:
Il gran Rettor del pelago placatoL'ira del mare in un momento tronca,
| |
Donne Darwin Mediterraneo Oceanine Nereidi Sirene Tritoni Afrodite Proteo Nettuno Samo Ege Metamorfosi Anguillara Rettor
|