» Ma non s'esaurisce già con questo parto, nè con mill'altri, la fecondissima fantasia vedica. Udite un poco: «Agni, il figlio delle onde, il quale appare nel cielo come un uccello rosso dalle belle piume, che s'accende senza combustibile, è il Sole mattutino... ei si rallegra con le onde, come un uomo insieme con belle giovani. Le giovani, canta l'inno, s'inchinano al giovane, quando, desideroso, esso si accosta alle desiderose.» Però Agni ha fra le belle la sua prediletta. «Il Sole vespertino, suo padre, aveva perduto al giuoco il proprio cavallo; era, nel giuoco de' raggi, rimasto perdente; egli Agni, il fortunato, la mercè della ninfa Sarasvatî, la mobile, la luminosa, la danzante Aurora, la fornita di ricchezze, che diffonde luce e dovizia nel mondo, egli ricupera quello che il padre aveva perduto.» Si può mai, dite, concepire dramma umano più concettoso, per raffigurare il quotidiano miracolo che ci rinnovella colla luce la letizia e la vita?
Un bellissimo studio ci sarebbe in verità da fare, chi seguisse attraverso i tempi e le genti il trasformarsi di questi miti, secondo le qualità proprie di ciascuna stirpe e di ciascuno dei climi storici in cui si vengono a mano a mano svolgendo. Ma poichè la via lunga mi sospinge, io mi contenterò di farvi notare questo solo, che dalla nativa vaporosità e trasparenza, per mezzo alla quale il fenomeno meteorico si può leggere senza troppo fatica, a poco a poco il mito passa a diventar più concreto, viene vestendo persona più precisa, nelle forme almeno più umana; insino a che da ultimo anche il sentimento penetra ad animarlo, e quel che era soltanto imagine esteriore, si converte in simbolo ed impersonazione della psiche; intendo della coscienza e dell'animo nostro.
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Sole Agni Sole Agni Sarasvatî Aurora
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