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      Non si può giudicarne con retto criterio se non riferendosi a' tempi, a' luoghi, alle condizioni sociali ed al prevalere delle opinioni, in mezzo alle quali gli ordini religiosi ebbero inizio, attecchirono, fuorviarono da' principii, e ad essi furono ritirati con più o meno di sincerità e d'efficacia. Niente sarebbe tanto poco a suo luogo quanto una recensione ch'io qui pretendessi di farne, così di passata e per incidente; questo dirò soltanto, che è impossibile disconoscere l'influsso esercitato sul carattere della vita o monastica propriamente o cenobitica nel mondo cristiano, dalle tradizioni dell'antico Oriente, e massime dall'esempio di quei ginnosofisti, che professavano di cercare la perfezione nella solitudine, nella contemplazione, e nella macerazione volontaria. Atteggiamenti dell'anima umana facili del resto a dichiararsi anche spontanei, in tempi di sconvolgimenti sociali, di civiltà fastose e per corruzione decadenti, di violenze non riparabili da gente inerme, se non protetta da una certa reverenza d'abito e di costume.
      Che delle vocazioni, sincere a principio, declinassero dalla santità col mescolarsi a cupidigie, ad ambizioni, a contese peggio che terrene, è facile intendere; e non è meraviglia se in mezzo alle spaventevoli iniquità che sedevano al governo delle cose temporali, e nel prevalere da per tutto la forza sul diritto, l'arbitrio sulla libertà, la scostumatezza sull'onesto vivere, anche le persone religiose s'intingessero alquanto dell'istessa pece. Canonichesse e abbadesse, non che priori ed abati, che partecipassero ai disordini, alle dissolutezze, alle consuetudi crudeli del mondo laico, massime verso schiavi e schiave (chè altro i servi e le serve del medio evo non erano, e come tali compravansi e vendevansi e si davano in baratto di beni mobili od immobili), sarebbe inutile citare nominativamente, posciachè le testimonianze ne abbondano in tutte le storie.


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L'odissea della donna
di Tullo Massarani
Editore Forzani Roma
1907 pagine 356

   





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