»
V'ho riferito fedelmente il giudizio d'un uomo d'ingegno. Per me tanto, sull'angelo dell'ascetismo dò la palma alla più umile delle infermiere. E vi chiedo licenza di trascrivervi queste meditazioni di un grande poeta dell'umanità, jeri un Nume, oggi anch'egli un dimenticato: Victor Hugo.
«È cessata - egli dice - la ragion d'essere de' chiostri, i quali, utili nel primo sorgere della civiltà moderna, riuscirono d'incaglio al suo crescere e tornano nocivi al suo ulteriore progresso.
«Dal canto nostro noi usiamo rispettare volta a volta il passato, e ci serbiamo ad esso indulgenti sempre, purchè esso consenta a rimanere il passato.
«Le superstizioni, la bacchettoneria, i pregiudizii, tutte codeste larve, benchè larve siano, s'attaccano tenacemente alla vita. Bisogna combatterle. - Combattiamo, ma distinguiamo. Vi sono cose che bisogna distruggere, ce n'ha altre che basta saper osservare e illuminare.
«Io considererò sempre la comunanza claustrale con una serietà riflessiva, e sotto certi aspetti con deferenza, purchè sia assolutamente volontaria. - La grandezza della democrazia sta nel non voler nulla negare e nulla rinnegare di ciò che è umano.
«Nel momento che attraversiamo, in quest'ora in cui tanti uomini tengono bassa la fronte e in basso l'anima, in mezzo a tanta gente occupata delle cose fugaci e deformi della materia, senza altra morale che il godimento, chiunque si esilia ci pare venerabile. Il monastero è una abnegazione; il sagrificio, benchè muova da un concetto falso, è sempre un sagrificio.
| |
Nume Victor Hugo
|