Dopo di questo, a che pro ricordare le ordinanze sulle lanterne, sul lutto, sulle insegne? Aggiungerebbero il grottesco all'atroce, se ciascuna non avesse a commento il knut e le verghe. A Wilna, alcune gentildonne, perchè vestite a lutto, sono condannate a fare ufficio di spazzaturaje sulla pubblica via; altrove, il lutto è imposto - incredibile a dirsi! - alle prostitute, ed è scritta sul registro di costoro e assoggettata alla loro regola ogni donna, per quanto illibata, che di lutto porti il minimo segno. A Dobbeln, una signorina Slanianow, di vent'anni, per questo delitto del vestire il bruno de' suoi cari, è tanto barbaramente flagellata, che ne muore.
E badiamo che col settembre l'insurrezione era agli sgoccioli.
Le vendette, quando neppure può attizzarle l'ombra di una lotta seria e di un serio pericolo, passano il credibile. Tre sorta di contribuzioni vengono imposte alla Polonia: la prima generale, di ventiquattro milioni, da ripartire sugli Stati (nobiltà, borghesia, clero, piccola nobiltà), ciascuno Stato responsabile solidalmente per la sua quota; la seconda speciale, a tale o tale altra città o villaggio (Varsavia sola pagherà sei milioni); la terza speciale ai proprietarii di fondi, se siano sospetti o assenti. (Journal des Débats del 31 dicembre 1863). Ma per gli assenti è poco stante richiamato in vigore l'Ukase del 1850, giusta il quale sono addirittura giudicati in contumacia, e i loro beni confiscati. Un nuovo Ukase vieta poi che i beni confiscati possano acquistarsi da altri che da Russi non cattolici.
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