- Che hai? gli chiese, poverino?
« - Ah, disse il bimbo sospirando, mia cara Isella, son costretto a dirti il vero: vedendoti dal cielo mesta e sola... pregai Iddio che permettesse di darti la mia voce, che era la più bella fra tutte quelle dei Serafini... Ora il tempo conceduto a te di possederla è passato... non ebbi il coraggio di rapirtela, e mi scacciarono dal Paradiso.
«Isella si coperse il bel volto colle mani, e facendo uno sforzo disse: - Te la ridóno... Vola con essa e lasciami, povero fanciullo... non voglio privarti della tua beata patria... Ma come farò io per rendertela?
« - Il Signore ricompensi il tuo bel cuore! Canta, e la tua voce passerà nel mio petto.
«Cantò la generosa Isella, ma non ebbe la forza di far altro che una sola nota, che crescendo andava a dileguarsi nell'aria... Ma, oh sorpresa! mentre cresceva, si alzava il corpo di Isella, essa seguiva la voce che saliva al cielo, e su su... sparì, seguìta dall'angioletto fra le nubi, che s'aprivano per dar loro passaggio in quelle fortunate regioni...»
Composto a Firenze dalla P.ssa Giannina Cztwertynska il 20 Dicembre 1858.
FIORELLINO D'ALPE
Felici i popoli che non hanno storia! ha detto qualcuno; ed io mi licenzio a soggiungere delle donne altrettanto. Senza nulla detrarre alla gloria delle sapienti, delle missionarie, delle eroine, felice quella la cui vita scorre tranquilla fra le pareti domestiche, tutta dedita ai soavi doveri ed alle gioje soavi di figlia, di sposa, e di madre! Lasciatemi compensarvi della terribile ponderosità d'altre mie Note colla imponderabile leggerezza di questa.
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