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      » - Nessuna rispose - «Quante, sette?» - Silenzio. - «Quante, sei?» - Cinque alzarono la mano. Tredici avevano guadagnato cinque scellini; ventotto, quattro; un centinano, tre; dugentocinquanta circa, uno o due scellini; il resto era senza lavoro.
      Dalla miseria alla prostituzione il passo è breve; e quante lo varcano! Hickson, che ha raccolto cifre per più di mezzo secolo, dal 1797 al 1860, ha rilevato una progressione di venti a quarantamila perdute in più, ogni dieci anni. S'era a 228 mila nel 60, oggi certo a più di 300 mila, un quarto del numero totale delle fanciulle e donne nubili della metropoli. E quante puberi appena, se pure! La bruciante acquavite, l'infame whisky, che attossica quelle infelici, è nondimeno il solo sorso di Lete che doni loro qualche ora d'assopimento e d'obblio. «Strana umanità - esclama in un impeto d'iracondia uno scrittore - strana umanità questa vostra, o apostoli della temperanza, che volete sempre sobrii i poveri, perchè sentano sempre intero il peso delle loro sventure!» L'apostrofe può far inorridire un quacchero, ma è perdonabile ad un artista; e, sia poi più o meno aperta o velata, più circondata di precauzioni oratorie o più sfacciatamente crudele, la testimonianza di tutti s'accorda in un senso profondo di amarezza, di compianto, e qualche volta d'orrore, al cospetto della poveraglia di Londra. Dagli studii di Léon Faucher, l'economista assegnato ed austero (Léon Faucher, Études sur l'Angleterre, Paris, Guillaumin, 1845), agli schizzi di Hector France, il feroce sbozzatore di acqueforti alla Callot (Hector France, Les Va-nu-pieds de Londres, Paris, Charpentier, 1883), dalla elegia pietosa di Samuele Warren all'ironia tagliente e profondamente umana di Carlo Dickens (Samuel Warren, Diary of a late Physician, London, Blackward, 1857. - Boz (Dickens), Works, London, Chapman and Co., 1858-62), ogni pagina di scrittore onest'uomo, sia egli conservatore o rivoluzionario, connazionale o straniero, serba incisi e vi incide nel cuore quei contrasti formidabili, che tutti a un modo ha penetrati e percossi: Saint Giles di fronte a Oxford Street ed a Piccadilly, l'estrema inopia da lato alla opulenza sfolgoreggiante; il miraggio dei negozii di gemme, delle carrozze stemmate, delle sfarzose livree, da presso al brulicare di fanciulli seminudi, di donne e di ragazze colle vesti a brandelli, dai capelli arruffati, dalle guancie smunte per lunga inedia, livide d'insonnia e di freddo.


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L'odissea della donna
di Tullo Massarani
Editore Forzani Roma
1907 pagine 356

   





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