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      Ma c'è, non dico una soluzione del problema, arduo quanto la quadratura del circolo, bensì un modo d'approssimarvisi, antico quanto il mondo, e non per questo meno efficace; e perchè esso, Donne gentili, è in vostra mano, voglio farvelo dichiarare dal gran padre della filosofia, sotto quel velo della favola, che alle volte è più trasparente del più puro cristallo.
      Platone, nel suo Convito (un Dialogo che a nessuno meglio si conviene di leggere che a Voi, come quello che è tutto quanto un discorso sull'Amore), dopo aver fatto celebrare dai commensali le lodi di questo Iddio, il più bello, il più benefico, il più antico e insieme il più giovane di tutti, e dopo avere molto filosofeggiato intorno alle diverse sue specie e qualità, fa che Socrate racconti una conversazione avuta con una donna di Mantinea, Diotima, dalla quale il filosofo confessa di avere imparato tutto quello che egli sa dell'Amore. Diotima, fra tante altre belle cose, gli disse come e da chi l'Amore è nato. Fu quando, per la apparita di Venere, ci ebbe presso gli Dei un gran convito, ove cogli altri c'era il Dio dell'Abbondanza - chiamiamolo messere Superfluo - figliuolo della Saggezza. Dopo il pasto, venne la Povertà a mendicare le briciole e si tenne presso alla porta. Se non che, uscito messere Superfluo ch'era ebbro di nettare, e passato nel giardino di Giove, non tardò il sonno a scendere sulle sue grevi palpèbre. Alla Povertà allora venne in mente che non le tornerebbe male di avere da costui un figliuolo.


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L'odissea della donna
di Tullo Massarani
Editore Forzani Roma
1907 pagine 356

   





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