DOVE PO IRROMPE
Chi scrivesse una storia dei grandi fiumi, si troverebbe avere scritto, in compendio, una storia della civiltà. «La storia - dice assai bene un dotto e ingegnoso scrittore (CH. Lenthéric, La Grèce et l'Orient en Provence, Paris, Plon, 1878) - non è soltanto il racconto più o meno verosimile degli avvenimenti, è un dramma che non si gusta se non se ne ricostituisce la scena.» E la prima e più antica scena dove la civiltà abbia preso origine, è quel fondo delle valli dove il corso dell'acque, rapido e vorticoso nel primo suo stadio in mezzo ai dirupi, poscia naturalmente inalveatosi fra declivii coltivabili, si allarga infine e si distende, deponendo sulle rive un limo fecondatore, e costituendo, con le alluvioni che trasporta, ampii e fertili territorii.
Or nella Introduzione alle Notizie naturali e civili sulla Lombardia, monumento mirabile di sapienza e d'eloquenza, il Cattaneo ci fa appunto assistere alla formazione di questo nostro grande bacino, la valle del Po, in cui «le Alpi eccelse e gli abissi dei laghi, i fiumi incassati e l'uniforme pianura silicea, le correnti sotterranee e le acque tepide nel verno, gli aquiloni intercetti e le influenze marine, le generose pioggie e l'estate lucida e serena, erano come le parti di una vasta macchina agraria, alla quale mancava solo un popolo, che, compiendo il voto della Natura, ordinasse gli sparsi elementi a un perseverante pensiero.» Tanto è, presso all'illustre scrittore, il fascino della forma, e veste di così lucido smalto la forte sostanza della dottrina, ch'io son sicuro di rendervi un segnalato servigio, gentili Donne, lasciando descrivere da lui, in rapido scorcio, le fasi della vita storica nella gran valle padana.
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