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      Ma il decadimento non durò eterno; e sullo scorcio del secolo XII, in quella mirabile età auspicata dalla Lega lombarda, in cui il principio italico risorse a poderosa vigoria incarnandosi novellamente nel Municipio, e resistette con le federazioni al novo Imperio feudale, furon viste riapparire come per incanto difese ed opere idrauliche meravigliose. Si fu allora che i Mantovani, grazie all'ingegno del Pitentino, sostenute con dighe murate le acque del Mincio, e creati due laghi artificiali, redensero dalla palude la loro città, e colla chiusa di Governolo assicurarono alle navi padane un facile accesso. Lo credereste? Quel Sordello medesimo, che Voi ammirate come gentil trovatore, fu ingegnere abilissimo per la difesa della patria; nè l'amore per la bella Cunizza, sorella del tiranno Ezzelino, il fece meno fedele alla propria terra; egli insegnò a chiuderla in serraglio onde inondarla a piacimento, e costringere il nemico a disperdere le sue forze su una vasta linea d'assedio. Il gran fiume potè daccapo essere tenuto per la maggiore e più sicura arteria commerciale della Penisola, e la gran valle ch'esso percorre tornò ricca di biade, di foraggi, di viti.
      Vero è che in mezzo all'imperversare delle fazioni, delle ambizioni, delle civili discordie che seguirono, s'andò poi a mano a mano assottigliando anche il sacro tesoro dell'indipendenza; e con essa il fervore delle grandi opere civili. Vero è che le miserabili guerre del Cinquecento, combattute non da noi nè per noi, sibbene da stranieri scesi in lizza per contendersi casa nostra, ci ridussero una terza volta allo stremo; e noi, vituperosamente immemori, portammo intanto l'improvvida scure nelle sacre foreste alpine che ci assicuravano regolarità di deflussi, mitezza di clima, fertilità di terre non guaste da putridi acquitrinii, nè da improvviso scoscendere d'acque precipitose e irrompenti.


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L'odissea della donna
di Tullo Massarani
Editore Forzani Roma
1907 pagine 356

   





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