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Quanta poesia di ricordi e di speranze! quale quadro! Lo stile č l'uomo, diceva il vecchio Ermogene.
Tullo Massarani si presentava, dunque, degnamente a riscuotere l'ereditą del morto di Cannero. L'artista non era da meno del patriotta e dello scrittore: quel suo primo quadro - Le terme d'Alessandria scaldate coi libri - era lą, all'Esposizione nazionale per provarlo. Quella gran tela di pittura storica, che rappresentava la tentata distruzione del pensiero umano del 642, allorchč Alessandria fu presa dagli Arabi, doveva staccarsi da ogni convenzionalismo, che ricordasse, neppur da lontano, il fare degli accademici, che infino allora avevano spadroneggiato in quel genere di pittura, di cui si gridavano i capi saldi ed i campioni ad oltranza. Quel quadro rilevava un pensatore profondo: oserei dire che v'era tutto lą dentro il patriotta, lo scrittore e l'artista in perfetta fusione di forme e di concetto, quandochč un ingegno mediocre e secondario a mala pena avrebbe ottenuto di far trasparire l'archeologo. Al contrario, si mostrava il valentuomo che «frugando ne' vetusti idiomi,» come ben disse una sua ammiratrice, si era famigliarizzato non meno con le leggende che con la storia vera dell'estremo Oriente, il pittore gią provetto, che, viaggiando da artista e da filosofo, riedificava con la bacchetta magica di Prospero l'incantatore di monumenti gią da gran tempo scomparsi, evocando uomini, costumi e memorie di un mondo caduto, «un mondo quasi incognito o inedito - aveva detto il Dall'Ongaro, - un concetto gigantesco.
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