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      Essa serve evidentemente ad attenuare l'orrore della prima; perocchè, lasciando stare dall'un dei canti la finezza e verità dell'ambiente architettonico, a noi pare che non un tocco di pennello, nè una sola gradazione di tinte o sfumatura d'ombra e di luce siano entrati a caso nell'esecuzione del lavoro: tutto ha la sua ragione di essere, tutto è calcolato, misurato, studiato nel vero. Il fondo dunque a destra e il primo piano, pure a destra, ritraggono, in perfetta antitesi alla scena della prima parte, la vita consueta delle terme. La luce filtra splendida dagli ampi finestroni e riveste gran parte del peristilio.
      Dame e cortigiane vanno e vengono co' loro paggi e servi alla maniera fastosa dell'Oriente; in un canto è persino una venditrice di frutta, perfino un mercante di gazzelle; quelle figure vivono e respirano tutte nella loro civiltà africana, od ellenica od asiatica che la si voglia chiamare; ed è tale e tanta la dolcezza della seduzione e del fascino, che si starebbe un pezzo, senza batter palpebra, assorti in contemplazione dinanzi al contrasto della duplice scena fusa in perfetta ed innegabile unità di pensiero e di forma.
      Io non credo, come parve ad alcuni, che quest'atrio, così bene animato, delle antiche terme alessandrine, abbia il torto, se anco invidiabile, di essere troppo pensato. Un gran quadro d'invenzione e di storia è sempre quel che deve essere quando la bellezza dell'esecuzione corrisponde all'ampiezza del disegno e alla grandiosità del concepimento.


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L'odissea della donna
di Tullo Massarani
Editore Forzani Roma
1907 pagine 356

   





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