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      Breve: era un'antitesi sociale colta in pieno feudalismo. Niente di più comune, non ostante l'intonazione perfetta, la freschezza di colorito e lo splendore di vegetazione e di sole che irradiano questo bel quadro. Il bianco velo, che fascia la testa della signora, è anch'esso perforato di luce dando un risalto ammirabile alle sue fattezze e alle forme svelte e leggiere della sua persona. Abbiamo detto niente di più comune, ma per un'occhiata fuggitiva ed indifferente. Ciò che non è punto comune, nè tampoco facile ad esprimersi è l'attrito delle due condizioni sociali di quelle tre figure in unità di concetto psicologico. Lasciamo le grazie del disegno e le seduzioni del pennello, che pur sono mirabili. È il fine che si propose l'artista, che qui balza sugli occhi con tutte le reminiscenze del medio evo. Siamo al tempo dei paladini perpetuamente armati in un mondo di castelli, di fortezze e di sgherri. Poi la nostra attenzione raccogliendosi tutta sulla figura della Castellana, che sta lì come un'apparizione, ci domandiamo perchè, non ostante la severità delle sue sembianze, ci sembri infelice, ci sembri avere smarrita ogni confidenza nell'avvenire. Chi può spiegare perchè si disegni nello sguardo di lei come una tacita invidia della sua vassalla? Forse le mancò l'amore quando il suo cuore si apriva a tutte le illusioni di una vita serena? Forse non è più amata? o fu tradita? O non provò mai le gioie della maternità? Oh chi può dire il pensiero che adombra la sua fronte così casta e così pura nel suo nobile disdegno?


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L'odissea della donna
di Tullo Massarani
Editore Forzani Roma
1907 pagine 356

   





Castellana