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      Qual serie di considerazioni dinanzi alla feudale signora che s'affronta nella sua vassalla e la riconosce più felice di lei! Certo la condizione della donna, non ostante il culto de' cavalieri per la sua bellezza, non era gran fatto dissimile da quella de' tempi moderni, se non era mille volte peggiore senza confronto. Per fermo, ai dì nostri, se una donna ispira nel proprio marito un lieve sospetto, non è già, come allora, sottoposta alla prova del fuoco o dell'acqua bollente, affinchè, dopo tre giorni, si abbia la convinzione della sua colpa o della sua innocenza. Nè oggi aspetta de' campioni armati che la difendano come Elsa è difesa da Lohengrin, oppure de' testimoni che la giustifichino, pronti a tutte le eventualità di una pugna giudiziaria. Eppure, allora come oggi, era difesa da qualcosa di meglio; dal pudore e dal suo naturale ritegno. Quanto all'uomo, era un'altra cosa: le leggi personali intanto che acconsentivano la servitù domestica, gli permettevano di abbandonare senza motivo apparente la sua dolce signora, di andarsene girovagando pel mondo col diritto del più forte, divertendosi a partite di caccia, a corti d'amore, a gualdane, a tornei, portando magari de' colori, che non erano quelli della donna veramente sua. L'eguaglianza de' due sessi, intesa per questo verso, aveva, non si può negare, una morale foggiata molto sui costumi orientali. Ecco perchè la servitù della donna s'uniformava così bene al genio del governo dispotico. Eppure, sembra fosse lo stato più ordinario di una gentildonna nell'evo medio.


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L'odissea della donna
di Tullo Massarani
Editore Forzani Roma
1907 pagine 356

   





Elsa Lohengrin