» Non mai, come in questa tela, i fanciulli ci commossero, quasi sognando di poterli ammirare più tardi cittadini di una libera patria. Allora per quelle fanciulle non più bambole nè abitini ed altri trastulli, che avranno dedicato in qualche tempio prima di andarne a marito. S'abbiano i piccini i loro multiformi balocchi, e godano lanciare il drago volante. Quando avranno spade e veri cavalli da guerra, potremo salutarli vendicatori come Armodio o vincitori come Temistocle; nè saranno meno gloriosi, se vinti alle Termopili, eroi non facilmente dimenticabili delle patrie risorte.
«Dicono i novellatori che in Arquà, nella villa che fu del Petrarca, si vede scritto di sua mano quel sonetto che incomincia:
O primavera, gioventù dell'anno!
e soggiungono che Vittor Hugo, visitando la dimora del poeta, abbia apposto di fianco al petrarchesco, quest'altro verso di suo conio:
Gioventù, primavera della vita!
Se noi abbineremo le due invocazioni, vedremo scaturire l'idea-madre di quel quadro del Massarani, che s'intitola per l'appunto In primavera e la cui composizione appartiene molto verisimilmente all'anno 1892.
Per quel che è della parte materiale, egli «non volle se non figurare una giovane donna che, sul punto di scendere al bagno, s'indugia a contemplare un virgulto di pomo testè fiorito.»
Questo è tutto quanto ci venne fatto raccogliere dal labbro di alcuni suoi amici, i quali, non per tanto, tutto intenti alla parte tecnica, come dicevano, della composizione, non amavano entrare nel segreto di quella idea-madre, a modo di coloro, che giudicano il frutto dalla buccia.
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