Ci assicurano che il Massarani ha dipinto con fedeltà il paesaggio, ne' cui dintorni montuosi, vestiti di boschi, Dusianto vide la prima volta l'infelice Sakuntala. Così com'ella siede, dessa è vestita a mezzo ne' ricchi costumi storicamente veri, che le cuoprono la parte inferiore del corpo. Le carni dilicate e gentili, ma ulivigne come quelle d'una creola, si direbbero assalite dalla febbre. Le sembianze ha sbattute dal primo e più gran dolore della vita, ma ci appaiono tuttavia rassegnate e soavi, come di chi non ha ancora appreso a disperare del tutto. Essa appoggia alla destra mano non la gota, che è atteggiamento di grazia, ma uno degli zigomi, rilevandosi dalla pressione una piega, che aggiunge una nota all'espressione del dolore, mentre gli occhi s'affisano, forse con un tacito senso d'invidia, sopra un volo di colombi in amore, che s'agitano a breve distanza da lei. Le gambe posano l'una sull'altra, come è proprio de' meditanti, e sono notabili i piedi modellati, siccome quelli di una fata, con eleganza squisita. Il sentimento dell'abbandono e della solitudine non hanno tolto tutti i vezzi alla sua persona e al suo viso, nel quale è non pertanto tutta l'amarezza della sua disavventura. Nella fissazione de' suoi occhi, che per poco non confina con la follia, seppe l'artista tradurre un'anima. Chi osserva attentamente e senz'altre preoccupazioni, non può far che non ammiri con qual raro accorgimento egli abbia illuminato la tradita fanciulla co' barlumi di una felicità, che prevede non interamente perduta.
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Massarani Dusianto Sakuntala
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