E gli ostacoli furono rovesciati: la libertà fu conquistata: durò per anni in molti paesi: in alcuni ancora dura. La condizione del popolo ha migliorato? I milioni che vivono alla giornata sul lavoro delle loro braccia hanno forse acquistato una menoma parte del benessere sperato, promesso?
No: la condizione del popolo non ha migliorato; ha peggiorato anzi e peggiora in quasi tutti i paesi. Specialmente qui, dove io scrivo, il prezzo delle cose necessarie alla vita è andato progressivamente aumentando, il salario dell'operaio in molti rami d'attività progressivamente diminuendo, e la popolazione moltiplicando. In quasi tutti i paesi, la sorte degli uomini di lavoro è diventata più incerta, più precaria; le crisi che condannano migliaia d'operai all'inerzia per un certo tempo si son fatte più frequenti. L'accrescimento annuo delle emigrazioni di paese in paese, e d'Europa alle altre parti del mondo, e la cifra sempre crescente degli istituti di beneficenza, delle tasse pei poveri, dei provvedimenti per la mendicità bastano a provarlo. Questi ultimi provano anche che l'attenzione pubblica va più sempre svegliandosi sui mali del popolo; ma la loro inefficacia a diminuire visibilmente quei mali dimostra un aumento egualmente progressivo di miseria nelle classi alle quali tentano provvedere.
E nondimeno, in questi ultimi cinquant'anni, le sorgenti della ricchezza sociale e la massa dei beni materiali sono andate crescendo. La produzione ha raddoppiato. Il commercio, attraverso crisi continue, inevitabili nell'assenza assoluta d'organizzazione, ha conquistato più forza d'attività e una sfera più estesa alle sue operazioni.
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Europa
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