Operai Italiani, fratelli miei! intendetemi bene. Quand'io dico, che la conoscenza dei loro diritti non basta agli uomini per operare un miglioramento importante e durevole, non chiedo che rinunzino a questi diritti; dico soltanto che non sono se non una conseguenza di doveri adempiti e che bisogna cominciare da questi per giungere a quelli. E quand'io dico, che proponendo come scopo alla vita la felicità, il benessere, interessi materiali, corriamo rischio di creare egoisti, non intendo che non dobbiate occuparvene; dico che gli interessi materiali, cercati soli, proposti non come mezzi ma come fine, conducono sempre a quel tristissimo risultato. Quando, sotto gli imperatori, gli antichi Romani si limitavano a chiedere pane e divertimenti, erano la razza più abietta che dar si possa; e dopo aver subita la tirannia stolida e feroce degli Imperatori, cadevano vilmente schiavi dei Barbari che invadevano. In Francia e altrove i nemici d'ogni progresso sociale hanno seminato la corruzione e tentano sviare le menti dall'idea di mutamento, cercando sviluppo all'attività materiale. E noi aiuteremo il nemica colle nostre mani? I miglioramenti materiali sono essenziali, e noi combatteremo per conquistarceli; ma non perché importi unicamente agli uomini d'essere ben nudriti e alloggiati; bensì perché la coscienza della vostra dignità e il vostro sviluppo morale non possono venirvi, finché vi state com'oggi in un continuo duello colla miseria! Voi lavorate dieci o dodici ore della giornata: come potete trovar tempo per educarvi?
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