Non basta il non fare: bisogna fare. Non basta limitarsi a non operare contro la Legge: bisogna operare a seconda della Legge. Non basta il non nuocere, bisogna giovare ai vostri fratelli. Pur troppo finora la morale s'è presentata ai più fra gli uomini in una forma più negativa che affermativa. Gl'interpreti della Legge hanno detto: "non ruberai, non ammazzerai"; nessuno o pochi, hanno insegnato gli obblighi che spettano all'uomo, e il come egli debba giovare ai suoi simili e al disegno di Dio nella creazione. Or questo è il primo scopo della Morale; né l'individuo, consultando unicamente la propria coscienza, può raggiungerlo mai.
La coscienza dell'individuo parla in ragione della sua educazione, delle sue tendenze, delle sue abitudini, delle sue passioni. La coscienza dell'Irochese selvaggio parla un linguaggio diverso da quello dell'Europeo incivilito del XIX secolo. La coscienza dell'uomo libero suggerisce doveri che la coscienza dello schiavo non sospetta nemmeno. Interrogate il povero giornaliero Napoletano o Lombardo, al quale un cattivo prete fu l'unico apostolo di morale, al quale, s'ei pur sa leggere, quella del catechismo Austriaco fu l'unica lettura concessa, egli vi dirà che i suoi doveri sono lavoro assiduo a ogni prezzo per sostenere la sua famiglia, sommissione illimitata senza esame alle leggi quali esse siano, e il non nuocere altrui: a chi gli parlasse di doveri che lo legano alla patria e all'Umanità, a chi gli dicesse: "voi nuocete ai nostri fratelli, accettando di lavorare per un prezzo inferiore all'opera, voi peccate contro Dio e contro all'anima vostra, obbedendo a leggi che sono ingiuste", ei risponderebbe, come chi non intende, inarcando le ciglia.
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