Interrogate l'operaio Italiano, al quale circostanze migliori o il contatto con uomini di più educato intelletto hanno insegnato più parte del vero; ei vi dirà che la sua patria è schiava, che i suoi fratelli sono ingiustamente condannati a vivere in miseria materiale e morale, e ch'ei sente il dovere di protestare, potendo, contro questa ingiustizia. Perché tanto divario fra i suggerimenti della coscienza in due individui dello stesso tempo e dello stesso paese? Perché fra dieci individui appartenenti in sostanza alla stessa credenza, quella che impone lo sviluppo e il progresso della razza umana, troviamo dieci convinzioni diverse sui modi d'applicare la credenza alle azioni, cioè sui doveri? Evidentemente, il grido della coscienza dell'individuo non basta, in ogni stato di cose e senz'altra norma, a rivelargli la Legge. La coscienza basta solo a insegnarvi che una legge esiste, non quali sono questi doveri. Per questo il martirio non s'è mai, e comunque l'egoismo predominasse, esiliato dall'Umanità; ma quanti martiri non sacrificarono l'esistenza per presunti doveri, a beneficio d'errori oggi patenti a ciascuno!
V'è dunque bisogno d'una scorta alla vostra coscienza, d'un lume che le rompa d'intorno la tenebra, d'una norma che ne verifichi e ne diriga gl'istinti. E questa norma è l'Intelletto e l'Umanità.
Dio ha dato intelletto a ciascun di voi, perché lo educhiate a conoscere la sua Legge. Oggi, la miseria, gli errori inveterati da secoli e la volontà dei vostri padroni, vi contrastano fin la possibilità d'educarlo; e per questo v'è necessario rovesciare quegli ostacoli colla forza.
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