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      Ma v'è più alto di tutti voi, chi abbraccia l'insieme e dirige le mosse. Dio solo ha il segreto della battaglia e saprà raccogliervi tutti in un campo e sotto una sola bandiera.
      Quanta distanza tra questa credenza che fermenta nelle anime nostre e sarà base alla morale dell'Epoca che sta per sorgere, e quelle che davano per base alla loro morale le generazioni che oggi chiamano antiche! E com'è stretto il legame che passa fra l'idea che noi ci formiamo del Principio Divino e quella che ci formiamo dei nostri doveri! I primi uomini sentivano Dio, ma senza intenderlo, senza più cercare d'intenderlo nella sua Legge: lo sentivano nella sua potenza, non nell'amore: concepivano confusamente una relazione qualunque fra Lui e il proprio individuo, non altro. Poco atti a staccarsi dalla sfera degli oggetti sensibili, lo sostanziavano in uno di quelli, nell'albero che avevan veduto colpito dal fulmine, nella pietra presso alla quale avevano innalzata la loro tenda, nell'animale che s'era offerto prima al loro occhio. Era il culto che nella storia della religione si distingue col nome di feticismo. E allora gli uomini non conobbero che la famiglia, riproduzione in certo modo del loro individuo: oltre il cerchio della famiglia, non v'erano che stranieri, o più generalmente, nemici; giovare a sé e alla famiglia, era l'unica base della morale. Più appresso, l'idea di Dio s'ampliò. Dagli oggetti sensibili l'uomo risali timidamente all'astrazione: generalizzò. Dio non fu più il protettore della famiglia, ma dell'associazione di più famiglie, della città, della gente.


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Doveri dell'uomo
di Giuseppe Mazzini
pagine 134

   





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