Oggi - non v'illudete - voi non siete la classe operaia d'Italia: siete frazione di quella classe: impotenti, ineguali al grande intento che vi proponete. La vostra emancipazione non potrà iniziarsi praticamente, se non quando un Governo Nazionale, intendendo i segni dei tempi, avrà inserito, da Roma, nella dichiarazione di Principii, che sarà norma allo sviluppo della vita Italiana, le parole: Il lavoro è sacro ed è la sorgente della ricchezza d'Italia.
Non vi sviate dunque dietro a speranze di progresso materiale che, nelle vostre condizioni dell'oggi sono illusioni. La Patria sola, la vasta e ricca patria Italiana, che si stende dalle Alpi all'ultima terra di Sicilia, può compiere quelle speranze. Voi non potete ottenere ciò che è vostro diritto se non obbedendo a ciò che vi comanda il Dovere. Meritate ed avrete. Oh miei fratelli! amate la Patria. La Patria è la nostra casa: la casa che Dio ci ha data, ponendovi dentro una numerosa famiglia, che ci ama e che noi amiamo, colla quale possiamo intenderci meglio e più rapidamente che non con altri, e che per la concentrazione sopra un dato terreno e per la natura omogenea degli elementi che essa possiede, è chiamata a un genere speciale d'azione. La Patria è la nostra lavoreria; i prodotti della nostra attività devono stendersi da quella a beneficio di tutta la terra; ma gli istrumenti del lavoro che noi possiamo meglio e più efficacemente trattare, stanno in quella e noi non possiamo rinunziarvi senza tradire l'intenzione di Dio e senza diminuire le nostre forze.
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