L'associazione più sempre intima, più e più sempre vasta, coi nostri simili è il mezzo per cui si moltiplicano le nostre forze, il campo sul quale si compiono i nostri Doveri, la via per ridurre in atto il Progresso. Noi dobbiamo tendere a far dell'intera Umanità una Famiglia, ogni membro della quale rappresenti in sé, a beneficio degli altri, la Legge morale. E come il perfezionamento dell'umanità si compie d'epoca in epoca, di generazione in generazione, il perfezionamento dell'individuo si compie d'esistenza in esistenza, più o meno rapidamente a seconda dell'opere nostre.
Son queste alcune delle verità contenute in quella parola Progresso, dalla quale escirà la Religione dell'Avvenire. In essa solo può compiersi la vostra emancipazione.
Capitolo ottavoLibertà
Voi vivete. La vita ch'è in voi non è opera del Caso; la parola Caso non ha senso alcuno, e non fu trovata che ad esprimere l'ignoranza degli uomini su certe cose. La vita ch'è in voi viene da Dio e rileva nel suo sviluppo progressivo un disegno intelligente. La vostra vita ha dunque necessariamente un fine, uno scopo.
Il fine ultimo, pel quale fummo creati, ci è tuttora ignoto, e non può essere altrimenti; né per questo dobbiamo negarlo. Sa il bambino lo scopo a cui dovrà tendere nella Famiglia, nella Patria, nell'umanità? No: ma lo scopo esiste, e noi cominciamo a saperlo per lui. L'Umanità è il bambino di Dio: sa Egli il fine verso il quale essa deve svilupparsi. L'Umanità comincia oggi appena a intendere che la legge è Progresso: comincia appena a intendere incertamente qualche cosa dell'Universo che ha intorno; e la maggior parte degl'individui che la compongono è tuttavia inadatta, per barbarie, servitù o mancanza assoluta d'educazione, allo studio di quella Legge, all'esame dell'universo, che bisogna intendere prima d'intendere noi stessi.
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