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      D'allora in poi, il grido di quanti sentivano il diritto d'una comunione illimitata, senza distinzione fra ecclesiastici e laici, per tutta quanta la famiglia umana, fu: comunione sotto le due specie al popolo: il calice al popolo! Nel XV secolo, quel grido fu grido di moltitudini sollevate, preludio alla Riforma religiosa santificato dal martirio. Un santo uomo, Giovanni Huss di Boemia, capo di quel moto, perì tra le fiamme accese dall'Inquisizione. Oggi i più tra voi ignorano la storia di quelle lotte e le credono lotte di fanatici per questioni semplicemente teologiche. Ma quando, la Storia, fatta popolare dell'Educazione Nazionale, v'avrà insegnato come ogni progresso nella questione religiosa trascini un progresso corrispondente nella vita civile, intenderete il giusto valore di quelle contese, e onorerete la memoria di quei martiri come di vostri benefattori.
      Noi dobbiamo a questi martiri e a quei che li precedettero se oggi sappiamo che non v'è casta privilegiata tra Dio e gli uomini; che i migliori per virtù e per sapienza di cose divine ed umane possono e devono consigliarci e dirigerci sulle vie del bene, ma senza monopolio di potenza o supremazia di classe; e che il diritto di comunione è eguale per tutti. Ciò che è santo nel Cielo è santo sulla Terra. E la Comunione degli uomini in Dio porta con sé l'associazione degli uomini nella vita terrestre. L'associazione religiosa delle anime genera il diritto dell'associazione nelle facoltà e nell'opere che fanno realtà del pensiero.


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Doveri dell'uomo
di Giuseppe Mazzini
pagine 134

   





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