L'avvenire dirà s'io antivedeva o sognava. Oggi il rivivere d'Italia, fidato a materialisti immorali celebrati grandi da un volgo ignaro e corrotto, condanna le mie speranze. Ma ciò ch'è morte agli altri popoli è sonno per noi.
Da quell'idee io desumeva intanto che il nuovo lavoro dovea essere anzi ogni altra cosa morale, non angustamente politico: religioso, non negativo; fondato sui principî, non su teoriche d'interesse; sul Dovere, non sul benessere. La scuola straniera del materialismo aveva sfiorato l'anima mia per alcuni mesi di vita Universitaria; la Storia e l'intuizione della coscienza, soli criterî di verità, m'avevano ricondotto rapidamente all'idealismo de' nostri padri.
Il mio processo era stato rimesso a una Commissione di Senatori in Torino, fra i quali non ricordo che il nome d'un Gromo. La promessa data al Cottin limitava tutte le testimonianze a mio danno a quella del carabiniere che m'avea veduto, collo stocco snudato, nella stanza dell'iniziato. Contro quella stava la mia; e s'equilibravano. Era chiaro ch'io doveva essere assolto. Avrei adunque avuto campo al lavoro.
Fui difatti assolto dalla Commissione Senatoriale. Se non che il Governatore Venanson, odiato e odiatore in Genova, irritato dallo sfregio e pauroso della taccia di calunniatore che la popolazione, vedendomi libero, gli avrebbe avventato, corse a gettarsi ai piedi del re clementissimo, Carlo Felice, accertandolo che per prove fidate a lui solo io era colpevole e pericoloso, e il re clementissimo, commosso al dolore inquieto del Governatore, calpestò la sentenza dei giudici e i miei diritti ed il dolore muto de' miei genitori, e fece intimarmi che o mi scegliessi soggiorno, rinunziando a Genova, a ogni punto delle spiaggie liguri, a Torino e ad altre città d'importanza, Asti, Acqui, Casale o altra piccola città dell'interno - o ch'io andassi in esilio a tempo indefinito da prolungarsi o accorciarsi dalla volontà regia a seconda dei meriti o demeriti della mia condotta.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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