Pochissime, č vero; pur sono, e consacrate dalla sciagura ad una santa missione, e tremende d'influenza e di forza, perchč la vera energia č magnetismo sulle moltitudini. Le bajonette che oggi si appuntano al loro petto, domani si ritorcono al vostro; nč dovete obliare che, sotto l'assisa del soldato, battono cuori di figlio, di fratello, d'amico. Pur conterrete le masse, struggerete le rivoluzioni nei loro principî! Ma, Sire! č parola dura a udirsi, e durissima a pronunciarsi da chi abborre, il delitto. Pure soffrite ch'io la pronunci questa parola: chi vi salverā dal pugnale? - Deludete anche questo; siate immortale, Sire! e la esecrazione delle generazioni? e la infamia ne' secoli? Chi vi salverā dal pugnale dell'anima? Le censure, le proscrizioni, gli esilî? Ma il mondo č troppo vasto perchč non rimanga un angolo allo scrittore; ma nč potenza di tirannide, nč viltā di servaggio, puō spegnere la memoria, o sotterrar sotto le ruine del presente la voce dell'avvenire. Il senato mandava al rogo le storie di Cremuzio Cordo, e la grand'anima di Tacito raccoglieva da quelle fiamme la scintilla che fe' viva ne' suoi annali l'infamia dei tiranni di Roma. O č essa l'infamia un peso divenuto cosė leggiero per la testa dei re, che non degnino di metterla a calcolo?
La seconda via che i cortigiani vi proporranno č quella delle concessioni.
Mutamenti nelle amministrazioni, riduzioni economiche, miglioramenti nei codici, distruzioni d'alcuni abusi, allentamento di freno; una riforma, insomma, lenta, temperata, insensibile; ma senza guarentigia d'istituzioni, senza patto fondamentale, senza dichiarazioni politiche, senza una parola che riconosca nella nazione un diritto, una sovranitā, una potenza.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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Sire Sire Cremuzio Cordo Tacito Roma
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