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      Che un cuore di re non abbia a battere mai per quanto fa battere i cuori delle migliaja? Che il sole d'Italia non abbia a fecondare di affetti magnanimi che petti di cittadini! Che i tiranni stranieri abbiano soli accarezzata per secoli quest'idea e l'accarezzino tuttavia, un principe italiano non mai!
      Sire! se veramente l'anima vostra è morta a' forti pensieri, se non avete, regnando, altro scopo che di trascinarvi nel cerchio meschino de' re che vi han preceduto, se avete anima di vassallo, allora rimanetevi: curvate il collo sotto il bastone tedesco e siate tiranno; ma tiranno vero, perchè un sol passo che accenniate di muovere al di là dell'orma segnata, vi fa nemica quell'Austria che voi temete. L'Austriaco diffida di voi; ma cacciategli ai piedi dieci, venti teste di vittime; aggravate le catene sugli altri; pagategli colla sommissione illimitata il disprezzo di che dieci anni addietro vi abbeverò! Forse il tiranno d'Italia dimenticherà che avete congiurato contro di lui: forse concederà che gli serbiate per alcuni anni la conquista, ch'ei medita dal 1814 in poi.
      Che se leggendo queste parole, vi trascorre l'anima a quei momenti, nei quali osaste guardare oltre la signoria di un feudo tedesco; se vi sentite sorger dentro una voce che grida: tu eri nato a qualche cosa di grande; oh! seguitela quella voce; è la voce del genio; è la voce del tempo che v'offre il suo braccio a salire di secolo in secolo alla eternità; è la voce di tutta Italia, che non aspetta se non una parola, una sola parola, per farsi vostra.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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