S'avveravano le previsioni del Libri.
Lo scritto intanto era accolto dai giovani con favore, indizio ch'io parlando dichiaratamente d'Unità di Patria trovava un'eco nell'anime incerte, inconscie fin allora delle loro tendenze ingenite. Raccolsi quell'indizio con vera gioja. Era il primo conforto ad osare. L'Unità, comechè presentita di secolo in secolo da taluni fra i nostri Grandi, era, era sul campo della politica pratica, ciò che gli uomini battezzano, sorridendo, del nome utopia. Nessuno la sospettava possibile. La parte più illuminata della vecchia emigrazione era universalmente federalista. Nè credo che da Melchiorre Gioja in fuori in un libriccino dimenticato, un solo degli scrittori politici sorti in Italia nel periodo dell'invasione francese contemplasse l'unità politica della patria comune. Miravano a una lega di Stati. E d'altra parte la questione di libertà preoccupava più assai le menti che non quella della Nazione. Or dove mai può essere libertà dove la forza non l'assecura? E da qual principio può scendere un'associazione di liberi se non dai diritti dell'individuo o dal principio d'una comune missione fidata da Dio a tutti quanti i figli d'una stessa terra? A me la dottrina dei diritti, dottrina americana, inglese, francese del XVIII secolo, pareva fin d'allora metà del problema, e impotente tanto a fondare Governo vero quanto a promovere l'Educazione progressiva dei Popoli.
Le illusioni fondate su Carlo Alberto sfumavano rapidamente davanti a' primi suoi atti.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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