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      E l'insurrezione piemontese, sorta quando giā quelli errori erano stati commessi nel Sud e insegnavano il come evitarli; mentre la fremente Lombardia, sguernita di forze Austriache eguali all'incarico di reprimere, potea, con soli 25,000 uomini sommoversi da un capo all'altro, e quei 25,000 uomini potevano avviarsi una settimana dopo l'insurrezione, era caduta non tentando questo nč altro, inceppata dagli stessi vincoli, condannata dalla stessa influenza che avevano impedito il moto due mesi prima, quando il Sud era libero e poteva ordinarsi la difesa comune(8).
      Nč mai - anche limitandosi a scorrere la Storia onesta ma imperfetta del moto scritta da Santarosa - erano state pių visibili le tristissime conseguenze d'un tristo programma. Un proclama di Carlo Alberto, capo del Governo Rivoluzionario, aveva largito amnistia alle truppe che lo avevano fondato. La Giunta s'era avvilita in negoziati coll'ambasciatore russo, conte Mocenigo, che offriva sfrontatamente perdono ai cospiratori e qualche speranza d'una Carta Costituzionale. Erano uomini d'innegabile patriotismo e di core, e giurati tutti alla Carboneria; e nondimeno tremanti fra le esigenze della rivoluzione e le forme accettate della legalitā monarchica, costretti a derivare ispirazioni da un uomo che in fondo del core sprezzavano e temevano li tradirebbe un dė o l'altro, consapevoli del diritto e non osando affermarlo, avevano preteso di mutare le istituzioni del paese senza mutare gl'impiegati della vecchia amministrazione o i capi dell'esercito stretti al giuramento di mantener la tirannide; avevano lasciato il Governo di Novara al conte di Latour e quello della Savoja al conte d'Andezene, ambi nemici aperti della causa rivoluzionaria; avevano preveduto e predetto la guerra e, per timore che il programma monarchico potesse essere presto o tardi violato, negate l'armi al popolo che le chiedeva, differito indefinitamente l'adunarsi delle assemblee elettorali, e negletto ogni atto capace d'affratellare alla rivoluzione le moltitudini, sino alla revoca del decreto col quale Genova insorta aveva ridotto il prezzo del sale a metā. Erano caduti, fuggiti, non davanti alla forza che poteva con onore combattersi, ma davanti a un sofisma innestato nel programma rivoluzionario.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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