Il 15 gennajo, Guizot aveva detto:
Il principio del non-intervento è identico col principio della libertà dei popoli." Il 22 dello stesso mese, il Ministro degli Esteri aveva dichiarato: "La Santa Alleanza era fondata sul principio d'intervento sovvertitore dell'indipendenza di tutti gli Stati secondarj: il principio opposto che noi abbiamo consecrato e che faremo rispettare, assicura a tutti libertà e indipendenza." Il 28, le stesse cose erano state ripetute dal Duca di Dalmazia: il 29 da Sebastiani.
Ma se i Capi del moto avevano diritto di credere che non sarebbero stati traditi, avevano pure debito di considerare che nel 1831 una guerra tra l'Austria e la Francia doveva risolversi in guerra generale Europea tra i due principî dell'immobilità e del progresso per mezzo della sovranità nazionale. E in guerra siffatta, se la Francia non aveva che trionfi da mietere, Luigi Filippo correva rischio di perdere ogni cosa, affogato nel moto. L'impulso rivoluzionario dato alla Francia avrebbe travolto la monarchia nel vortice d'una guerra alla quale la natura degli elementi chiamati in azione avrebbe impartito rapidamente il carattere d'una crociata repubblicana; e la monarchia d'allora era debole e senza radici di simpatia popolare in paese. La pace era dunque pegno d'esistenza alla dinastia. Non v'era dunque che un mezzo per costringerlo ad attener le promesse: preparare la resistenza tanto da prolungare una lotta quanto bastasse a sommovere in Francia l'opinione; e adoprarsi a estendere il moto per ogni dove e segnatamente in Piemonte dove l'intervento dell'Austria è inconciliabile, come quello della Prussia nel Belgio, colla tradizione politica della Francia.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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