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      Le grandi rivoluzioni si compiono più coi principî, che colle bajonette: dapprima nell'ordine morale, poi nel materiale. Le bajonette non valgono se non quando rivendicano, o tutelano un diritto: e diritti e doveri nella società emergono tutti da una coscienza profonda, radicata nei più: la cieca forza può generare vittime e martiri e trionfatori; ma il trionfo, collochi la sua corona sulla testa d'un re o d'un tribuno, quand'osta al volere dei più, rovina pur sempre in tirannide.
      I soli principî, diffusi e propagati per via di sviluppo intellettuale nell'anime, manifestano nei popoli il diritto alla libertà, e creandone il bisogno, danno vigore e giustizia di legge alla forza. Quindi l'urgenza dell'istruzione.
      La verità è una sola. I principî che la compongono sono pochi: enunciati per la più parte. Bensì le applicazioni, le deduzioni, le conseguenze de' principî sono molteplici; nè intelletto umano può afferrarle tutte ad un tratto, nè afferrate, comprenderle intelligibili e coordinate, in un quadro limitato e assoluto. I potenti d'ingegno e di core cacciano i semi d'un grado di progresso nel mondo; ma non fruttano che per lavoro di molti uomini ed anni. La umanità non si educa a slanci; ma per via d'applicazioni lunghe e minute, scendendo a particolari e paragonando fatti e cagioni, impara le sue credenze. Un Giornale, opera successiva, progressiva e vasta di proporzioni, opera di molti che convengono a un fine determinato, opera, che non rifiuta alcun fatto, bensì li segue nell'ordine del tempo e li afferra, e ne trae, svolgendoli per ogni lato, l'azione de' principî immutabili delle cose, sembra il genere più efficace e più popolare d'insegnamento, che convenga alla moltiplicità degli eventi, e alla impazienza dei nostri tempi.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





Giornale