Una voce ci grida: la religione della umanità è l'Amore. Dove due cori battono sotto lo stesso impulso, dove due anime s'intendono nella virtù, ivi è patria. E noi non rinnegheremo il più bel voto dell'epoca, il voto dell'associazione universale tra' buoni; ma un sangue gronda dalle piaghe, aperte dalla fede nello straniero, che noi non possiamo dimenticare ad un tratto. L'ultima voce dei traditi si frappone tra noi e le nazioni che ci hanno finora venduti, negletti, o sprezzati. Il perdono è la virtù della vittoria. L'amore vuole equilibrio di potenza e di stima. Però, noi, rifiutando pur sempre l'ajuto e la compassione dello straniero, gioveremo allo sviluppo del sentimento europeo col mostrarci, non foss'altro, quali noi siamo, nè ciechi nè vili, ma sfortunati; e cacciando sulla mutua stima le basi della futura amicizia. L'Italia non è conosciuta. La vanità, la leggerezza, la necessità di crear discolpe ai delitti han fatto a gara per travisare fatti, passioni, costumanze e abitudini. Noi snuderemo le nostre ferite: mostreremo allo straniero di qual sangue grondi quella pace alla quale ci sacrificarono le codardie diplomatiche: diremo gli obblighi che correvano a' popoli verso di noi, e gl'inganni che ci han posto in fondo: trarremo dalle carceri e dalle tenebre del dispotismo i documenti della nostra condizione, delle nostre passioni, e delle nostre virtù: scenderemo nelle fosse riempiute dell'ossa de' nostri martiri, e scompiglieremo quell'ossa, ed evocheremo que' grandi sconosciuti, ponendoli davanti alle nazioni, come testimonî muti dei nostri infortunî, della nostra costanza, e della loro colpevole indifferenza.
| |
Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
|
|
Amore Italia
|