Un gemito tremendo di dolore, e d'illusioni tradite sorge da quella rovina, che l'Europa contempla fredda, e dimentica che da quella rovina si diffondeva ad essa due volte il raggio dell'incivilimento, e della libertà. E noi lo raccorremo quel gemito, e lo ripeteremo alla Europa, ond'essa v'impari tutta l'ampiezza del suo misfatto, e diremo a' popoli: queste son l'anime che voi avete trafficate sinora: questa è la terra che avete condannata alla solitudine e all'eternità del servaggio! (1831).
Le obbiezioni a noi più frequenti movevano, singolare a dirsi, dalla credenza radicata nei più tra gli uomini delle insurrezioni passate e nei mezzi ingegni della Penisola, che l'Unità fosse utopia ineseguibile e avversa alle tendenze storiche degli Italiani. Tra gli oppositori e me il fatto ha deciso. Ma allora, quando il dissenso era nelle classi dette educate, pressochè universale - quando i Governi di tutta Europa mantenevano la teoria di Metternich che facea dell'Italia una espressione puramente geografica, e gli uomini più noti in Francia ed altrove per tendenze repubblicane ostili ai Trattati e invocanti rivoluzione parteggiavano pel federalismo come solo possibile tra noi - le cagioni di dubbio erano molte davvero. Armand Carrel e gli uomini del National insinuavano i vantaggi delle confederazioni in Italia, nella Spagna, in Germania. Buonarroti e gli uomini che cospiravano intorno a lui erano teoricamente favorevoli alle Unità Nazionali; ma la loro decisione irrevocabile, intollerante, che nessun popolo dovesse mai movere se non dopo la Francia, rendeva illusoria l'idea e minacciava spegnerla in germe.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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