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      Fui io mai colpevole di ribellione? o sorpreso nelle file della sommossa?
      In condizione siffatta di cose, che mai posso io fare?
      È possibile dimostrare le falsità d'un fatto speciale, definito; non è possibile dimostrar quella d'un fatto generale che può abbracciare gli atti e i pensieri di tutta una vita: non è possibile difendersi da una accusa che non s'appoggia su prova alcuna.
      Io chiesi che mi fossero comunicate le lettere ministeriali; ed ebbi rifiuto. Non mi rimaneva che la facoltà di negare il fatto siccome falso, e lo feci. Negai l'esistenza nelle mie lettere delle linee in corsivo che sole accennerebbero a un intendimento comune tra me e il partito repubblicano di Francia. Quelle linee sono una interpolazione. Altro non esprimono che osservazioni e giudizî intorno a fatti recenti, e non possono formare argomento d'accusa.
      Io dissi queste cose al Ministro in una mia lettera del 1.° agosto. Smentii quelle linee, sfidando la polizia francese e la sarda a provarne l'autenticità. Chiesi inchiesta, processo e giudizio. Il Ministro non condiscese a rispondermi.
      Il prefetto di Marsiglia, che m'aveva promesso d'aspettare la risposta del signor di Montalivet, m'intimò a un tratto un secondo ordine di partenza. E mi fu forza cedere.
      Son questi i fatti.
      Uomini del Potere, che cosa sperate? che la vostra vergognosa sommessione ai voleri della Santa Alleanza c'induca a tradire i nostri doveri verso la Patria? o che le vostre insistenti persecuzioni possano mai sconfortarci e stancarci di quella santa libertà che voi rinegaste saliti appena al potere?


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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