Al tempo dei tristi fatti io non sapea che esistessero; e m'erano egualmente ignoti i loro aggressori.
Già pochi giorni dopo il primo ferimento, il Giornale dell'Aveyron avea preparato il terreno all'accusa, e m'avea suggerito la protesta seguente:
Al Direttore della Tribune.
Signore,
Il Giornale dell'Aveyron nel suo numero del 27 ottobre, parlando del triste fatto accaduto recentemente in Rodez e nel quale un Emiliani, antico stalliere del Duca di Modena, fu ferito, s'esprime così:
Le informazioni raccolte dal Prefetto lo conducono a credere che gli assalitori italiani dello sventurato Emiliani non sono che strumenti dei quali si giovano i capi del Partito detto della Giovine Italia per liberarsi di quei fra i loro compatrioti che non vogliono sottomettersi ai loro Statuti.
Se il gazzettiere intende parlare degli uomini stretti a una fede politica ch'essi credono sola capace di rigenerare la loro patria e i principî della quale si svolgono nella pubblicazione mensile la Giovine Italia, io sono, come Direttore di quella pubblicazione, uno fra i capi di quel Partito. Credo quindi aver facoltà di rispondere per tutti all'accusa.
Io do la più solenne mentita al gazzettiere e a quanti si compiacessero di ripeterne le affermazioni.
Io sfido chicchessia a portare in campo la menoma prova di ciò che così avventatamente s'afferma a danno d'uomini onorevoli per lo meno quanto il gazzettiere dell'Aveyron, a danno d'uomini che la sventura non foss'altro dovrebbe proteggere contro la calunnia.
Aggiungo che l'idea d'un partito il quale si proporrebbe di spegnere quanti non abbracciano i suoi Statuti è siffattamente assurda che solo forse in Francia il gazzettiere dell'Aveyron può profferirla.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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