Taluno fra i generali, presti sempre a seguire chi vince - Giflenga tra gli altri - promise cooperazione a patto che ci mostreremmo forti. Acquistammo in sostanza convincimento che l'esercito osteggerebbe o no a seconda del carattere che la prima mossa assumerebbe; e sarebbe in ogni modo tiepido nel resistere.
Proposi il moto e chiesi ajuti pecuniari alle Congreghe. La proposta fu accolta. Gli ajuti furono dati, benchè al solito inferiori al bisogno e al dovere. Strana cosa, ma vera: gli uomini della libertà danno, occorrendo, il sangue, restii a dare il danaro che potrebbe risparmiarlo sovente.
Comunicato il disegno generale del moto ai nostri di Genova, di Alessandria, di Vercelli, di Torino, della Lomellina, io mi preparai a trasferirmi da Marsiglia a Ginevra, da dove io dovea preparar gli elementi per l'insurrezione nella Savoja. Ma prima, volli intendermi coi repubblicani di Francia.
Cavaignac e gli uomini della Tribune non avevano bisogno d'eccitamenti; fremevano azione. Non così gli uomini del National, diffidenti dell'elemento operajo sul quale i primi appoggiavano tutte le loro speranze in Lione. Pregai Carrel di recarsi in Marsiglia e venne. Cavaignac si recava intanto a Lione.
Armand Carrel, ch'io vidi in casa di Demostene Ollivier, membro nel 1848 dell'Assemblea, era uomo signorile nei modi, freddo in apparenza, ma capace d'energia quando lo esigessero le circostanze, chiaramente onesto e tale da provocar fede assoluta nelle sue promesse, più amico della repubblica che non dei repubblicani, e poco disposto a fiducia negli operai dai quali lo tenevano discosto le abitudini della vita e certe tendenze militari rimastegli dal primo periodo della gioventù e accarezzate da lui.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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