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      La colonna si sciolse.
      Quando mi destai, mi vidi in una caserma, ricinto di soldati stranieri. Vicino a me stava l'amico mio Angelo Usiglio. Gli chiesi ove fossimo. Mi disse con volto di profondo dolore: In Isvizzera. E la colonna? in Isvizzera (1861).
     
      Il primo periodo della GIOVINE ITALIA era conchiuso e conchiuso con una disfatta. Doveva io ritirarmi dall'arena e rinunziando a ogni vita politica, aspettando paziente che il tempo o altri pił capace o pił avventuroso di me maturasse i fati italiani, seguire nel silenzio una via di sviluppo individuale e riconcentrarmi negli studī che pił sorridevano all'anima mia?
      Molti mi diedero quel consiglio: gli uni convinti che l'Italia, guasta fino al midollo dal lungo servaggio e dall'educazione gesuitica, non avrebbe mai potuto far suo il nostro ideale e conquistarne colle proprie forze il trionfo; gli altri gią stanchi sul cominciar della lotta, bramosi di vivere della vita dell'individuo e impauriti dalla tempesta di persecuzioni che s'addensava visibilmente sulle nostre teste. E i fatti che seguirono l'infausta spedizione convalidavano i loro argomenti. Un immenso clamore di biasimo s'era levato, da quanti in tutti i tempi non adorano che la vittoria, contro di noi. L'onda, rotta agli scogli, retrocedeva. Dall'Italia non venivano che voci di sconforto, nuove di fughe, diserzioni, imprigionamenti e dissolvimento. Intorno a noi, nella Svizzera, il favore col quale erano stati accolti i nostri disegni si convertiva rapidamente in irritazione.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





Angelo Usiglio In Isvizzera Isvizzera Italia Italia Svizzera