Sì; erano, i più, giovanetti, benchè solcata prematuramente la candida aperta fronte dall'orme di mesti e solenni pensieri; benchè deserti d'ogni carezza di madre, d'ogni gioja d'affetti domestici: fanciulli d'un nuovo mondo, figli d'una nuova fede; e l'Angelo dell'esilio mormorava ad essi, sui primi passi del loro pellegrinaggio, non so quale dolce e santa parola d'amore, di fratellanza universale, di religione dell'anima, che li aveva inalzati al di sopra degli uomini del loro secolo, perchè li aveva trovati puri d'egoismo come la gioventù, presti al sacrificio come l'entusiasmo. Al tocco dell'ala dell'Angelo, il loro occhio aveva intravveduto cose ignote alla tarda età; un nuovo verbo fremente sotto le rovine della vecchia feudale Europa; un nuovo mondo ansioso di vederlo emergere dalle rovine alla luce della vittoria; e nazioni ringiovanite; e razze, per lungo tempo divise, moventi, come sorelle, alla danza, nella gioja della fiducia; e le bianche ali degli angeli della libertà, dell'eguaglianza, dell'Umanità ad agitarsi sulle loro teste. E innamorati dello spettacolo, avevano richiesto il loro Angelo che mai dovessero fare; e l'Angelo avea risposto: seguitemi; io vi guiderò attraverso i popoli addormentati e voi predicherete coll'esempio la mia parola e conforterete a levarsi quanti giacciono e gemono. Nessuno conforterà voi; e sarete respinti dall'indifferenza e perseguitati dalla calunnia: ma io vi serberò una ricompensa al di là del sepolcro. Ed essi s'erano posti in viaggio tra i popoli e predicavano per ogni dove la santa parola; e ovunque un fremito di popolo oppresso e prode giungeva al loro orecchio, accorrevano, ovunque udivano un lamento di popolo oppresso e avvilito, s'affrettavano e dicevano a quel popolo: levati, e impara la forza ch'è in te.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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