Sei mesi dopo il primo numero della Jeune Suisse noi ci trovammo, comunque assaliti rabbiosamente dai materialisti della vecchia scuola economica come Fazy e altri simili a lui, a capo d'un numero di Svizzeri affratellati all'apostolato Italiano e presti ad opere attive per avviare la loro Patria all'intelletto della missione che Dio le assegnava.
Scrissi in quel giornale da cinquanta a sessanta articoli d'argomento Svizzero o intorno alla questione Europea(44). Le pių tra le idee ch'io v'espressi furono pių dopo da me trasfuse in altri scritti.
Gli scritti che s'andavano via via stampando da Tedeschi e Svizzeri affratellati con noi, e il giornale, e pių l'importanza che l'apostolato italiano conquistava visibilmente in una terra strategicamente pericolosa, indifferente fino allora al moto europeo, davano intanto pretesto e cominciamento a una persecuzione assai pių accanita della prima. Finchč l'agitazione repubblicana si concentrava tutta, per assenso di popoli inserviliti, in un solo fôco, Parigi, era facile invigilarla e combatterla; non cosė quando, emancipati gli animi dal pregiudizio che affidava l'iniziativa perenne del moto alla Francia, sorgesse in pių punti, assalitrice ovunque vivesse istinto di nazione e coscienza di diritti violati. I governi collegati vedevano inquieti levarsi o farsi potente una bandiera che mirava a un nuovo riparto d'Europa e che presentivano dovere essere un dė o l'altro la bandiera dell'Epoca. E deliberarono di soffocarla.
Le varie diplomazie, dalla Francia ai governucci italiani, dalla Russia all'Austria e ai governucci Germanici intimarono al fiacco e illiberale governo elvetico d'imporre fine al nostro apostolato e disperdere l'associazione.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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