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      E a rendere la turpe concessione possibile, s'adoperarono i soliti modi: false accuse e agenti provocatori. Sul cadavere d'un Lessing accoltellato da mano ignota e per cagione ignota presso Zurigo, architettarono tutto un edificio di società segreta all'antica, di giuramenti terribili, di tribunali vehmici e di condanne mortali pronunziate dalla Giovine Germania. Su qualche parola avventata, espressione d'un desiderio inefficace, composero lunghe e minute rivelazioni di disegni, ordini, armi raccolte per invadere un punto o l'altro della frontiera Germanica. E a far nota di parole imprudenti e provocarle ove non escivano volontarie, seminarono le nostre file d'incitatori e di spie. Un Giulio Schmidt, sassone, trovò modo, fingendosi agli estremi di povertà e supplicando lavoro, d'introdursi nella nostra stamperia. Un Altinger, israelita, che assumeva il nome di barone Eib, si diede a promuovere, con un segreto che voleva esser tradito, arrolamenti fra gli operai tedeschi. Una circolare fu coniata in mio nome nell'ambasciata francese diretta allora dal duca di Montebello e diramata a parecchi tra gli esuli cacciati di Svizzera dopo la spedizione di Savoja e soggiornanti in varie città della Francia, a invitarli a Grenchen ov'io era per irrompere di là nel Badese. Potrei citar venti fatti di questo genere, ma si riassumono tutti, nei loro caratteri di profonda immoralità e di perfidia, in quel di Conseil che or ora ricorderò.
      Le accuse segrete appoggiavano le Note pubbliche. E la guerra diplomatica inspirata e iniziata dall'Austria, dalla Prussia e dalla Russia, finì per concentrarsi sotto la direzione della Francia.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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