E nondimeno, in una Nota del 27 settembre, il duca di Montebello parlava sfrontatamente alla Svizzera il linguaggio della virtł calunniata, parlava di dignitą offesa, sospendeva ogni relazione officiale colla Svizzera e minacciava di peggio. Tutta questa galante gentaglia che prende nome di diplomatici, ambasciatori, segretarī di legazione e che rappresenta in Europa le monarchie, vive, move e respira, siccome in proprio elemento, nella menzogna. Gli uomini politici dei nostri giorni si tengono onorati del loro contatto e s'affaccendano a ottenerne un sorriso, una stretta di mano. Io crederei insozzata la mia dalla loro. Il primo tra essi non vale l'onesto operajo che dice ruvidamente il vero e arrossisce se colto in fallo.
Gli uomini che governavano a quel tempo la Svizzera erano opportunisti, machiavellici, moderati; immorali quindi e codardi. L'imitazione di quelle che chiamano abitudini e tradizioni governative e non sono se non una deviazione dall'unica morale e logica idea del GOVERNO rappresentare tra i popoli per mezzo d'un popolo il Vero ed il Giusto, aveva infiacchito in essi il severo costume e il vigore repubblicano. Invece di rispondere all'ambasciatore: mentite e chiederne il richiamo al governo; invece di dire ai gabinetti stranieri: voi non avete diritto di giudici in casa nostra; lasciateci in pace - e certi come pur erano per esperienza che nessuno avrebbe osato di varcare la frontiera e assalirli - risposero sommessamente alle Note, querelandosi d'essere fraintesi, invocando le vecchie alleanze, gli antichi vincoli d'amicizia.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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