I governi, vedendoli tremanti, insolentivano più che mai.
Allora, io diceva agli Svizzeri: "La sicurezza e l'indipendenza della patria sono nelle vostre antiche virtù e nell'onore. I suoi nemici stanno fra quei che tradiscono quelle virtù e contaminano l'onore della bandiera repubblicana piantata sul sepolcro dei loro padri. Che importa il godimento precario d'un diritto d'associazione o di stampa, se la santità di quel diritto v'è ignota, se invece di ravvisare in esso l'applicazione d'un principio universale, frammento della legge di Dio, voi insegnate ai vostri figli a non vedervi che un semplice fatto? Che importa la libertà s'essa deve, colla paura nell'anima e la vergogna sulla fronte, trascinarsi, in sembianza di cortigiana avvilita, d'ambasciata in ambasciata, per mendicarvi alla diplomazia monarchica una esistenza d'un giorno? Libertà siffatta non è se non amara derisione; e simile alla ironica leggenda che una mano d'empio inchiodava sulla croce di Cristo, essa forma l'eterna condanna degli uomini che la scrivono sulla bandiera e crocefiggono il Giusto al disotto.
Sventura agli uomini che, sconoscendo quanto ha di santo l'esilio, calpestando la sacra ospitalità, speculano sull'isolamento del proscritto e pongono una corona di spine sulla testa consecrata dal battesimo dei patimenti e del sagrificio! Sventura al popolo capace d'assistere indifferente a quello spettacolo e senza sentirsi spronato a levare la mano e dire: quei proscritti sono fratelli che Dio ci manda; rispetto per essi e per noi!
| |
Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
|
|
Svizzeri Dio Cristo Giusto Dio
|