La Francia lo aveva respinto, perch'ei mancava di carte regolari. Avea ricorso il paese a piedi e trovato un rifugio in Berna dove alcuni Italiani prendevano cura di lui. Fu riconsegnato ai gendarmi e respinto su Ginevra. Là, fu messo in prigione, per avere osato tornarvi, poi scacciato com'uomo senza domicilio legale. - Io lo vidi quand'ei compiva a quel modo il terzo viaggio. Le lagrime gli scendevano giù per le guancie, mentr'ei mi narrava i suoi casi. Commoveva profondamente. Gli intimarono, poco dopo, di partire per l'Inghilterra. E partì, attraversando Svizzera e Francia pedone.
Quell'uomo era napoletano e si chiamava Carocci. Morì attraversando il mare.
Sua madre e suo padre vivevano ancora. Aveva fratelli e sorelle. Dio perdoni ai repubblicani che avvelenarono di dolore i loro giorni.
Nulla d'individuale, come dissi, inspirava le mie lagnanze. Non ho mai tentato, attraverso le persecuzioni alle quali soggiacqui, d'impietosire alcuno per me. Quando un conclusum della Dieta m'intimò l'esilio in perpetuità dalla Svizzera, mi strinsi nelle spalle e rimasi. Rimasi, cercato inutilmente per ogni dove, fino al dicembre di quell'anno, e sarei rimasto indefinitamente se il modo di vita, che ci era comandato dalle circostanze, non avesse seriamente minacciato la salute dei due amici che dividevano meco la persecuzione.
Nel gennajo del 1837, io giunsi in Londra con essi.
Ma in quelli ultimi mesi, io m'era agguerrito al dolore e fatto davvero tetragono, come dice Dante, ai colpi della fortuna che m'aspettavano.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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