Non ho mai potuto, per non so quale capriccio della mia mente, ricordare le date di fatti anche gravi, spettanti alla mia vita individuale. Ma s'anch'io fossi condannato a vivere secoli, non dimenticherei mai il finir di quell'anno e la tempesta per entro i vortici della quale fu presso a sommergersi l'anima mia. E ne acenno qui riluttante, pensando ai molti che dovranno patire quel ch'io patii e ai quali la voce d'un fratello escito - battuto a sangue, ma ritemprato - dalla burrasca, può forse additare la via di salute.
Fu la tempesta del Dubbio: tempesta inevitabile credo, una volta almeno nella vita d'ognuno che, votandosi ad una grande impresa, serbi core e anima amante e palpiti d'uomo, nè s'intristisca a nuda e arida formola della mente, come Robespierre. Io aveva l'anima traboccante e assetata d'affetti e giovine e capace di gioja come ai giorni confortati dal sorriso materno e fervida di speranze se non per me, per altrui. Ma in quei mesi fatali mi s'addensarono intorno a turbine sciagure, delusioni, disinganni amarissimi, tanto ch'io intravidi in un subito nella scarna sua nudità la vecchiaja dell'anima solitaria e il mondo deserto d'ogni conforto nella battaglia per me. Non era solamente la rovina, per un tempo indefinito, d'ogni speranza italiana, la dispersione dei nostri migliori, la persecuzione che disfacendo il lavoro svizzero ci toglieva anche quel punto vicino all'Italia, l'esaurimento dei mezzi materiali, l'accumularsi d'ogni maniera di difficoltà pressochè insormontabili tra il lavoro iniziato e me; ma il disgregarsi di quell'edifizio morale d'amore e di fede nel quale soltanto io poteva attingere forze a combattere, lo scetticismo ch'io vedea sorgermi innanzi dovunque io guardassi, l'illanguidirsi delle credenze in quei che più s'erano affratellati con me sulla via che sapevamo tutti fin dai primi giorni gremita di triboli, e più ch'altro, la diffidenza ch'io vedeva crescermi intorno ne' miei più cari delle mie intenzioni, delle cagioni che mi sospingevano a una lotta apparentemente ineguale.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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