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      Splenda il cielo serenamente azzurro come in un bel mattino d'Italia o si stenda uniformemente plumbeo e color di morte come tra le brume del settentrione, non vedo che il Dovere muti per noi. Dio è al disopra del cielo terrestre e le sante stelle della fede e dell'avvenire splendono nell'anima nostra, quand'anche la loro luce si consumi senza riflesso come lampada in sepoltura. - (1862).
     
      I primi tempi del mio soggiorno in Londra non corsero propizî al lavoro politico. Alla crisi morale durata nella Svizzera sottentrò - conseguenza in parte d'obblighi da me contratti per le cose d'Italia e ai quali io dovea consecrare il denaro destinato alla vita, in parte di danaro speso per altri - una crisi d'assoluta miseria che si prolungò per tutto l'anno 1837 e metà del 1838. Avrei potuto vincerla svelando le mie condizioni: mia madre e mio padre avrebbero trovato lieve ogni sagrifizio per me; ma essi avevano sagrificato già troppo e mi parve debito tacere con essi. Lottai nel silenzio. Impegnai, senza possibilità di riscatto, quanti rari ricordi io aveva avuto da mia madre e da altri; poi gli oggetti minori, finchè un sabato io fui costretto a portare, per vivere la domenica, in una di quelle botteghe, nelle quali s'accalca la sera la gente povera e la perduta, un pajo di stivali e una vecchia giubba. Mi trascinai, mallevadori taluni fra' miei compatrioti, d'una in altra di quelle società d'imprestiti che rubano al bisognoso l'ultima goccia di sangue - e talora l'ultimo pudore dell'anima - sottraendogli il trenta o quaranta per cento su poche lire da restituirsi di settimana in settimana, a ore determinate, in uffici tenuti, fra malviventi e briachi, nei public houses o luoghi di vendita di birra e bevande spiritose.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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