Attraversai a una a una tutte quelle prove che, dure in sč, lo diventano pių sempre quando chi le incontra vive solitario, inavvertito, perduto in una immensa moltitudine d'uomini ignoti a lui e in una terra dove la miseria, segnatamente nello straniero, č argomento di diffidenze sovente ingiuste, talora atroci. Io non ne patii pių che tanto nč mi sentii un solo istante avvilito o scaduto. Nč ricorderei quelle prove durate. Ma ad altri condannato a durarle e che si crede per esse da meno, puō giovare l'esempio mio. Io vorrei che le madri pensassero come nessuno sia, nelle condizioni presenti d'Europa, arbitro della propria fortuna o di quella dei proprî cari, e si convincessero che, educando austeramente e in ogni modo di vita i figli, provvedono forse meglio al loro avvenire, alla loro felicitā e all'anima loro che non colmandoli d'agi e conforti e snervandone l'indole che dovrebbe agguerrirsi fin dai primi anni contro le privazioni e gli stenti. Io vidi giovani italiani, chiamati dalla natura alla bella vita, travolgersi miseramente nel delitto o ricovrarsi sdegnosi nel suicidio per prove ch'io varcai sorridendo, e accusati mallevadrici le madri. La mia - benedetta sia la di lei memoria - m'aveva preparato, con quell'amore che pensa all'avvenire possibile, tetragono ad ogni sventura.
Uscito da quelle angustie, mi feci via colle lettere. Conobbi e fui noto. Ammesso a lavorare nelle Riviste - taluna delle quali mi retribuiva una lira sterlina per ogni pagina - scrissi quanto era necessario per equilibrare la modesta rendita colle spese maggiori in Inghilterra che non altrove.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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