Molte delle mie idee sembravano allora talune, sembrano tuttavia, inattendibili o pericolose agli Inglesi; ma la sincerità innegabile di convinzioni immedesimate con me e logicamente rappresentate dalla mia vita, bastò ad affratellarmi parecchie tra le migliori anime di quest'isola. Nè io mai le dimenticherò finch'io viva, nè mai proferirò senza un palpito di core riconoscente il nome di questa terra ov'io scrivo, che mi fu quasi seconda patria e nella quale trovai non fugace conforto d'affetti a una vita affaticata di delusioni e vuota di gioje. Appagherei l'animo mio citando molti nomi di donne e d'uomini, s'io scrivessi ricordi di vita individuale più che di cose connesse col nostro moto politico; ma non posso a meno di segnare in questa mia pagina il nome della famiglia Ashurst, cara, buona e santa famiglia, che mi circondò di cure amorevoli tanto da farmi talora dimenticare - se la memoria de' miei, morti senza avermi allato, lo consentisse - l'esilio.
Il consorzio d'uomini letterati e lo scrivere intorno al moto intellettuale d'Italia ridestarono in me, in quei primi tempi di soggiorno in Inghilterra, il desiderio lungamente nudrito di crescere più sempre fama ad uno scrittore, al quale più che ad ogni altro, se eccettui l'Alfieri, l'Italia deve quanto ha di virile la sua letteratura degli ultimi sessanta anni. Parlo d'Ugo Foscolo, negletto anch'oggi affettatamente dai professori di lettere, pur maestro di tutti noi, non nelle idee mutate dai tempi, ma nel sentire degnamente e altamente dell'arte, nell'indole ritemprata dello stile e nell'affetto a quel grande nome di patria dimenticato da quanti a' suoi tempi scrivevano - ed erano i più - in nome di principi, d'accademie o di mecenati.
| |
Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
|
|
Inglesi Ashurst Italia Inghilterra Alfieri Italia Ugo Foscolo
|