Insegnavano a leggere e a scrivere operai che dopo aver faticato tutta la giornata al lavoro, rinunziavano alle sole ore che avessero libere per accorrere a compiere l'ufficio assuntosi, ed erano a un tempo sottoscrittori. Il 10 novembre d'ogni anno, anniversario della fondazione, noi raccoglievamo da circa duecento allievi, prima a una distribuzione di piccoli premī ai migliori, poi a una modesta cena, nella quale noi tutti facevamo da scalchi, distributori e domestici, e ch'era rallegrata da canti patriottici e da improvvisazioni del direttore. Una di quelle sere era eguale, nelle conseguenze morali, a un anno d'insegnamento. Quei miseri, che i padroni trattavano siccome schiavi, si sentivano uomini, eguali e animati. Amiche e amici inglesi intervenivano a quelle cene di popolani e ne uscivano commossi, migliori anch'essi. Ricordo la povera Margherita Fuller venuta dagli Stati Uniti con non so quali diffidenze di noi. Condotta in mezzo a una di quelle riunioni ci era, dopo un'ora, sorella. L'anima sua candida, e aperta a tutti i nobili affetti, aveva indovinato il tesoro d'amore che la religione del fine aveva suscitato fra noi.
L'esempio fruttņ, prima in Londra, dove i preti della Cappella sarda, poi che videro inutili i loro sforzi per far cadere la nostra scuola, si ridussero a impiantarne un'altra nella stessa strada: poi in America, dov'io aveva in quel torno impiantato relazioni fraterne. Scuole simili alla nostra furono istituite nel 1842, per cura di Felice Foresti e di Giuseppe Avezzana, in Nuova York, per cura del professore Bachi in Boston, e per cura di G. B. Cuneo in Montevideo.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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