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      Una profonda immoralitą č infatti radice a tutte le teoriche e al metodo dei moderati. L'eterno vero č da essi perennemente sagrificato alla misera realtą d'un breve periodo; l'avvenire al presente; il culto dei principī all'utile presunto della giornata; Dio all'idolo subitamente inalzato dalla forza, dall'egoismo o dalla paura. Le forti credenze, i forti affetti, i forti sdegni non allignano in quelle anime fiacche, arrendevoli, tentennanti fra Machiavelli e Lojola, mute a ogni vasto concetto, vuote d'ogni profonda dottrina, abborrenti dalla via diritta, impastate di ripieghi, di transazioni, di finzioni, d'ipocrisia. Noi li udimmo, i capi della fazione, a dirci, colle stesse labbra che paragonavano nei loro congressi a Giove Olimpico il re di Napoli e dichiaravano miracolo il re di Piemonte e redentore novello Pio IX: č necessitą dei tempi, ma in sostanza lavoriamo per voi. Li vedemmo insolenti col debole, striscianti in terrore davanti al potente; stringere or col popolo ora collo straniero, a propiziarsi l'uno e l'altro, patti che intendevano di non mantenere; dichiararsi riverenti al papa pur cercando modo di scavargli la fossa; professarsi alleati devoti del Bonaparte che abborrono come abborre chi soggiace e per sentita viltą; cospirare a un tempo, per prepararsi la via a due ipotesi, con Garibaldi e contro Garibaldi. Nč dico che a tutti fosse o sia sprone su queste vie tortuose e indegne degli educatori d'un popolo il basso desiderio di meritarsi una nomina di senatore o di consigliere di Stato.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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