Parecchi tra loro vissero o vivono indipendenti. Ma la mancanza d'un concetto religioso e quindi l'intormentimento del senso morale, il torpore delle(50) facoltà lasciate alla sola sterile analisi e l'interna anarchia delle idee senza base determinata, senza fede d'intento, hanno pervertito in essi intelletto e cuore e li commettono agli impulsi sconnessi che vengono ad essi di giorno in giorno dai casi, dai menomi fatti o dalle apparenze di fatti. Quando Salvagnoli diceva a Brofferio: bisogna tirare innanzi come si può e del resto colla verità non si governa, ei sommava in sè la teorica di tutto il partito. Quando i moderati acclamavano a Gioberti come al primo pensatore e al più potente filosofo che avesse l'Italia, preparavano ai posteri la giusta misura della loro mente e dell'ideale filosofico che veneravano.
No; Gioberti, il gran sacerdote della setta, non era filosofo; e l'essere egli stato generalmente riconosciuto siccome tale dimostrerà a quali poveri termini fossero ridotti in Italia gli studî filosofici. La filosofia è una affermazione dell'individualità fra una sintesi religiosa che cade e un'altra che sorge: è una coscienza del mondo presente illuminata dai raggi d'un mondo futuro: è un criterio determinato di vero fondato sulla universale tradizione del passato e tendente con un metodo egualmente determinato a indagar l'avvenire. Gioberti non ebbe vero intelletto di tradizione nè intuizione - oggi nessuno vorrà negarlo - dell'epoca che va maturandosi. L'uomo che esordì dalle dottrine di Giordano Bruno per sommergersi in un concetto neo-guelfo di primato italiano per mezzo del papato - che salutò d'entusiasmo la formola Dio e Popolo per rinnegarla poi a profitto d'un cattolicesimo rintonacato - che dopo d'avere fulminato dall'altezza d'una coscienza filosofica gli artifici del gesuitismo, li adottò cardine de' suoi disegni, appena entrato sull'arena della politica pratica - che viaggiò di città in città, pellegrino crociato d'una monarchia da lui sprezzata, adulando a ciascuna da Pontremoli a Milano come a prima città d'Italia - che diceva a me nel 1847 in Parigi: io so che differiamo in fatto di religione; ma Dio buono! il mio cattolicesimo è tanto elastico che potete inserirvi ciò che volete - non fu nè filosofo nè credente.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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